Monete antiche

monete repubblicane

Monete antiche e forme di pagamento pre-monetarie

L'uso della moneta arrivò più tardi a Roma rispetto al resto del Mediterraneo, dove si era assistito all'introduzione di monete antiche in elettro (lega naturale di argento ed oro) in Lidia in Asia Minore attorno al 600 a.C., conoscendo poi una rapida diffusione dell'uso della monetazione nella vicina Grecia.

Prima dell'introduzione di monete antiche da parte le popolazioni dell'Italia centrale, il commercio si basava sul baratto, utilizzando come mezzo di scambio il bestiame (pecus), dal quale deriva la parola latina pecunia utilizzata successivamente per indicare il denaro. La prima alternativa al baratto fu lo scambio di metallo valutato a peso; la disponibilità di risorse naturali (principalmente rame e stagno, con il minerale di argento relativamente scarso) fece prevalere l'uso di leghe in bronzo sottoforma di blocchi fusi di forma irregolare, dimensioni variabili e senza nessun segno distintivo che li caratterizzassero. Dal nome latino del "rame" o "bronzo" (aes) deriva l'indicazione di aes rude ("bronzo grezzo, non lavorato") di questa forma di pre-moneta, nome poi utilizzato anche per l'asse, la prima moneta romana. Tecnicamente, infatti, l'aes rude non può essere ancora considerata una moneta dato che manca un peso (e quindi un valore) predefinito e segni che ne identifichino il valore dell'oggetto e l'autorità emittente che ne garantisce le caratteristiche.

aes rude

L'aes rude fu il mezzo di scambio utilizzato per centinaia di anni in gran parte dell'Italia centrale, anche se presentava l'inconveniente di dover essere pesato per ogni scambio, dato che il suo valore era legato al suo peso, come per tutte le monete antiche, ma questo era diverso per ciascuno di questi oggetti. A questo inconveniente si iniziò a porre rimedio presumibilmente in epoca repubblicana, realizzando degli aes signatum (cioè "bronzo segnato"), cioè lingotti di metallo di forma regolare (di solito rettangolari) anche se ancora con un peso variabile, che riportavano segni legati qualche modo alle loro caratteristiche o produttore.

aes signatum

Anche l'aes signatum non poteva ancora essere considerato una moneta, dato che non presentava uniformità di peso e quindi di valore.

Per quanto riguarda la datazione dell'introduzione del bronzo come mezzo di scambio non esiste una uniformità di opinioni. Nella sua "Naturalis historia", Plinio fa risalire l'introduzione dell'aes signatum a Servio Tullio (578 a.C. - 535 a.C.), ma molti studiosi collocano questa evoluzione verso il IV secolo a.C., durante la Repubblica Romana (509 a.C. - 44 a.C.).